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L'arredamento nel corso dei secoli - parte seconda

Scritto da Super User on . Postato in Filosofia dell'arredamento

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Intorno al Mille, l'assestamento degli ordinamenti politici e sociali determina, in Europa, una generale ripresa nelle condizioni di vita, il che consente una maggiore attenzione alle esigenze dell'uomo.
Oltre al desiderio di benessere, il fervore che contraddistingue sia le arti maggiori sia quelle applicate, nella ricerca di espressioni adeguate alla nuova visione del mondo, dà avvio a un ciclo evolutivo dell'arredamento, regolato, per tutta l'età medioevale e moderna, dall'avvicendarsi di codici sovranazionali (gli stili).
Dopo il Mille, seppure in forme rudimentali e privi ancora di un arredamento vero e proprio, compaiono anche le cucine, nelle quali le suppellettili continuano, probabilmente, a essere appese alle pareti.
In Italia, invece, la rinascita degli ideali artistici del mondo classico che si afferma nel XV secolo, non manca di riflettersi anche sull'arredamento. In questo campo, però, la generale tendenza a seguire i modelli dell'antichità e ostacolata dalla mancanza di esemplari originali a disposizione. Fonte d'ispirazione è l'architettura, di cui il mobile ricalca le forme strutturali e decorative, riprendendone elementi del lessico, come i basamenti massicci, i cornicioni aggettanti e le lesene.
Divenuta ormai stabile l'esistenza, l'arredamento è vincolato dalla posizione delle fonti di luce e di calore.
Nella penisola, dove si afferma il Barocco, culminato alla metà del secolo XVI in forma manieristica, con la propria esuberanza altera la rigorosa compostezza delle forme ornamentali.
Nel nuovo stile, che mira a esercitare, mediante l'immagine di caricata bellezza, un appello emotivo sull'osservatore, i diversi pezzi del mobilio, dalle credenze, agli armadi, ai tavoli, alle sedie, si trasformano talvolta in rapporto di pesanti decorazioni scultoree.
L'alternativa al gusto dominante si stabilisce all'interno del più generale movimento di ritorno all'antichità, che fornisce il modello formale più adeguato all'esigenza di razionalità, coerenza e sistematicità.
Nel nuovo recupero del mondo classico, promosso da Winckelmann, a differenza di quanto avvenuto nel periodo rinascimentale, l'arredamento non riflette l'indirizzo delle arti maggiori e segnatamente dell'architettura, poiché le arti applicate svolgono un loro autonomo ruolo, se non primario, certamente essenziali, nel proporre la classicità in termini attuali.

Anche il Neoclassico costituì, per l'arredamento, uno stile unitario, individuato da invarianti quali:
  • Il ridimensionamento della decorazione;
  • Il ritorno alla linea retta e forme simmetriche del mobilio
Che nella libertà delle curve si era svincolato del tutto dalla tradizione classica, il recupero di elementi del repertorio archeologico che, di fatto, grazie all'uso degli specchi, sovverte nuovamente il rapporto fra arredo e involucro architettonico. Il Neoclassico opera un'unificazione del gusto a livello internazionale.
Il 1789 segna una completa rottura con il passato, si sente l'esigenza di un rinnovamento del repertorio ornamentale.
Profondi mutamenti si registrano nel campo della produzione e del consumo. Fino all'epoca di Luigi XVI i mobili erano realizzati sono su commissione. Con la caduta dell'aristocrazia scompare anche la committenza privilegiata di ebanisti, decoratori, ecc.
Dall'età napoleonica l'intero secolo, è caratterizzato da un continuo e confuso mutamento di forme e di motivi appartenenti a tempi e società diverse, proposti dalla cultura romantica, il che finisce per determinare un processo d'inflazione e svalutazione dei simboli a esso correlati. Legittimando l'intercambiabilità e le commissioni di stili operati dall'eclettismo.
Il secolo scorso è caratterizzato da un nuovo rapporto, che sia nella concezione sia nella pratica dell'arredamento, si stabilisce con l'architettura.
Sul piano teorico la premessa è stabilita dalla rivalutazione, per opera della cultura ottocentesca, delle cosiddette arti minori e dall'unificazione di tutte le arti nell'architettura.
Prende l'avvio, una nuova metodologia unificata che, nella generale categoria del design, rende omogenee le operazioni progettuali compiute dall'architettura, all'arredamento, alla produzione d'oggetti d'uso, considerati partizioni storiche e convenzionali di una medesima attività.
I diversi elementi dell'arredo, quali schermi divisori, tramezzi attrezzati, mobili, abbandonano il consueto ruolo accessorio, o almeno complementare, nella definizione degli spazi, per parteciparvi quali fattori essenziali. Eliminata nell'architettura moderna la funzione portante delle pareti, la pianta libera affida in larga parte all'arredamento la sua suddivisione in aree funzionali distinte.
Inoltre il ricorso sistematico alla produzione industriale, proponendo un comune ricorso alla serialità, all'unificazione, alla standardizzazione, ha oggi costituito un altro fattore di connessione fra architettura e arredamento.
Nell'arredamento contemporaneo non tutto il mobilio è legato da una relazione formale, dimensionale o strutturale all'architettura: l'ambiente moderno è, di fatto, caratterizzato anche dalla presenza del mobilie-oggetto, che rileva un grado di libertà assai maggiore nei confronti dell'architettura, il che si manifesta anche nelle sue forme, spesso in contrasto con quelle squadrate e geometrizzanti dell'involucro architettonico, e non prive, talvolta di suggestioni scultoree.

Tratto dalla tesi di laurea di Veronica Vella "Cultura e marketing nel settore dell'arredamento. Il caso Cucine della Nonna".