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Le cucine economiche

Scritto da Super User on . Postato in Filosofia dell'arredamento

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Le cucine economiche, si diffondono dalla seconda metà del diciottesimo secolo, costituiscono il risultato di una nuova tecnologia di lavorazione del ferro mediante l’impiego di carbone coke, che consente di attuare procedimenti su colate di grandi dimensioni e di immettere sui mercati oggetti più resistenti a prezzo contenuto.
I primi esemplaridi cucina economica sono alloggiati nel vano del camino e contengono un piano di cottura realizzato con una griglia, un forno di ferro con sportello incardinato e un serbatoio metallico per riscaldare l’acqua, fornito eventualmente di un rubinetto per facilitarne l’utilizzazione.
Completano la dotazione, il tradizionale braccio mobile per appendere pentole e bollitori e altri accessori che consentono la contemporanea cottura di diverse vivande. Intorno al 1840 è codificato un nuovo modello di cucina economica che presenta alcune modifiche rispetto al prototipo dell’inglese T. Robinson: sulla piastra riscaldante di ferro o di ghisa, che ormai funge anche da superficie di appoggio dei recipienti, sono praticati dei fori circolari di dimensione regolabile che consentono di ridurre sino a escludere il contatto diretto con la fiamma. Il forno, foderato internamente con lastre metalliche, è isolato all’esterno con piastrelle di ceramica.
Con la diffondersi dell’abitudine, specialmente presso i ceti borghesi, di abitare in appartamenti in affitto di medie dimensioni, la cucina si adatta a ospitare attività che nulla hanno a che vedere con la preparazione dei pasti.
Fissata all’ambiente e dotata di apposita canna fumaria per l’espulsione dei prodotti aerei di combustione si è presentata sul mercato come mezzo “economico” di sintesi e di un uso contemporaneo del focolare.
Fondata sui principi fondamentali della trasformazione del legno in energia termica, essa forniva calore a vari punti di cottura; contemporaneamente teneva la temperatura domestica in condizioni confortevoli, favorendo anche l’asciugatura degli indumenti, ecc.
La cucina economica è stata una sorta d’impianto di sfruttamento plurimo di un unico focolare e rappresentava anche nella sua forma, dimensione e rifiniture un elemento d’arredo dell’intero ambiente.
Dalla malinconica presenza a fuoco spento dei tardi pomeriggi e della notte, si passava alla dinamica accensione del fuoco come simbolo della vita e di buon auspicio della nuova giornata riempiendo di momenti dell’alba e del risveglio, favorendo il riscaldamento dell’acqua per motivi igienici e contemporaneamente la preparazione della prima colazione e di tutti gli altri cibi.
La cucina economica ha creato quasi un modello culturale di vita di alcune generazioni, riuscendo con uso oculato del legno a risparmiare energie per la contemporaneità dell’uso della fiamma domestica.
Questi usi hanno costituito quasi i prodromi di un’economia in cucina destinata nel tempo a trasformarsi in un’etica di vita da uno spazio di trasformazione del cibo a uno spazio di consumazione e di convivenza.
Tratto dalla tesi di laurea di Veronica Vella "Cultura e marketing nel settore dell'arredamento. Il caso Cucine della Nonna".