Wright l'architetto a dimensione umana

Frank Lloyd Wright è stato uno degli esponenti più importanti dell’architettura del ventesimo secolo. Nasce nel 1867 in un piccolo paesino del Wisconsin, uno stato americano confinante con il Canada. La sua famiglia era di origini modeste: il padre era pastore e maestro di musica, la madre era un’insegnante. Il suo ambiente era impregnato da severi principi trascendentali dell’Unitarismo. Un ambiente gallese costituito, da pastori, insegnanti e agricoltori, trascorse la sua prima giovinezza nella fattoria di uno zio, nel sud ovest del Wisconsin. Le sue origini come la sua influenza materna determinò la sua formazione.
Fu allevato secondo gli scritti e gli insegnamenti di scrittori americani come Whitman, Thoreau, Emerson, e di britannici quali Byron, Shelley e Blake. Imparò presto a leggere e si tuffò nelle opere di Schiller e di Goethe. Era impregnato di musica, soprattutto di Bach e Beethoven, a causa dell’influenza che quotidianamente esercitava suo padre, che di giorno in chiesa suonava corali di Bach, e la sera sul pianoforte di casa, sonate di Beethoven.
Nell’epoca in cui s’immerse nella letteratura, nella poesia, nella filosofia e nella musica, la rivoluzione industriale era al culmine, ma furono queste circostanze che fecero di lui l’uomo che era e l’architetto che sarebbe divenuto. La rivoluzione industriale gli fornì gli strumenti di cui aveva bisogno per costruire edifici concepiti dalla sua fertile immaginazione; la sua educazione trascendentale gli diede un senso persistente dei valori umani. Da un lato, gli strumenti e i metodi industriali, dall’altro i valori umani e un profondo amore per la natura. Queste due parti perennemente in conflitto fra loro furono decisive per la sua opera. Era stata la madre a decidere della sua professione convinta com’era, prima ancora che il figlio nascesse, che avesse messo al mondo un figlio maschio destinato a diventare un grande architetto.
Durante la sua infanzia il bambino fu allevato con questa convinzione. Quando la madre osservò il suo amore esclusivo per il disegno e per il design, penso che fosse tempo di bilanciare questo interesse, introducendo un altro fattore nella sua prima formazione. Decise di mandare il figlio a lavorare nella fattoria del fratello durante i mesi estivi. In seguito, s’iscrisse come esterno alla Scuola d’ingegneria dell’Università del Wisconsin. Sempre più insoddisfatto, se ne andò poco tempo dopo a Chicago, per seguire la sua vocazione di architetto.
Dopo alcuni lavori in vari studi di architettura di Chicago Wright decise di presentarsi a Louis Sullivan, a quell’epoca impegnato nella progettazione della Chicago Auditorium Building, e fu assunto. Nel 1983 Wright, dopo aver lavorato per sette anni nello studio di Adler e Sullivan, si licenzia e apre il suo studio. L’evoluzione di questi tre architetti: Richardson, Sullivan e Wright rappresenta l’evoluzione dell’architettura americana dal Classicismo verso un nuovo ideale.
Nell’epoca in cui s’immerse nella letteratura, nella poesia, nella filosofia e nella musica, la rivoluzione industriale era al culmine, ma furono queste circostanze che fecero di lui l’uomo che era e l’architetto che sarebbe divenuto. La rivoluzione industriale gli fornì gli strumenti di cui aveva bisogno per costruire edifici concepiti dalla sua fertile immaginazione; la sua educazione trascendentale gli diede un senso persistente dei valori umani. Da un lato, gli strumenti e i metodi industriali, dall’altro i valori umani e un profondo amore per la natura. Queste due parti perennemente in conflitto fra loro furono decisive per la sua opera. Era stata la madre a decidere della sua professione convinta com’era, prima ancora che il figlio nascesse, che avesse messo al mondo un figlio maschio destinato a diventare un grande architetto.
Durante la sua infanzia il bambino fu allevato con questa convinzione. Quando la madre osservò il suo amore esclusivo per il disegno e per il design, penso che fosse tempo di bilanciare questo interesse, introducendo un altro fattore nella sua prima formazione. Decise di mandare il figlio a lavorare nella fattoria del fratello durante i mesi estivi. In seguito, s’iscrisse come esterno alla Scuola d’ingegneria dell’Università del Wisconsin. Sempre più insoddisfatto, se ne andò poco tempo dopo a Chicago, per seguire la sua vocazione di architetto.
Dopo alcuni lavori in vari studi di architettura di Chicago Wright decise di presentarsi a Louis Sullivan, a quell’epoca impegnato nella progettazione della Chicago Auditorium Building, e fu assunto. Nel 1983 Wright, dopo aver lavorato per sette anni nello studio di Adler e Sullivan, si licenzia e apre il suo studio. L’evoluzione di questi tre architetti: Richardson, Sullivan e Wright rappresenta l’evoluzione dell’architettura americana dal Classicismo verso un nuovo ideale.
L’articolo continua nel prossimo numero di Cucine della Nonna.